Sì all'obbligo del vaccino anti Covid per le forze dell'ordine, mentre "incomprensibile" e "contraddittoria" è considerata la necessaria firma del consenso informato, che chiuderebbe alla possibilità di un risarcimento in caso di danni. E' la posizione del Nuovo sindacato carabinieri che, con una nota della segreteria dell'Emilia-Romagna, chiede al comando regionale di intervenire a tutela dei colleghi obbligati a immunizzarsi.
"L'assunzione della responsabilità attraverso la firma del 'consenso informato' - scrive il sindacato - rimane in capo all'operatore delle forze di polizia, cosa questa, che esclude la possibilità del medesimo di poter esercitare in futuro un'azione risarcitoria, ove gli effetti collaterali provocassero l'insorgenza di malattie inabilitanti o finanche il decesso del paziente". Per Nsc il "forzoso" e "illogico" legame tra il diritto al lavoro e l'obbligo terapeutico creerebbe un insanabile "contrasto" tra due norme costituzionali, "superabile solo col riconoscimento da parte delle pubbliche amministrazioni della previsione di risarcimenti in caso di malattie conseguenti al vaccino, da considerarsi anche come causa di servizio".
Inoltre, proprio a motivo dell'obbligo vaccinale, "la responsabilità civile non può che permanere in capo a chi lo ha previsto e disposto con legge, in modo tale da delegittimare qualsiasi pregio giuridico del 'consenso informato', che non è previsto per alcun Trattamento sanitario obbligatorio". Per il sindacato, in sintesi, la firma del consenso informato non può essere un ordine, ma ci dovrebbe essere la possibilità di scegliere se sollevare dalla responsabilità chi somministra il vaccino o chi lo ha disposto con la legge.
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